08/01/2022



Notizie Giornali Italia

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Brian Browne Trio - Blue Browne
La Parola


Don Luigi Fantoni

Anna Maria Taigi


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      Lettura del Giorno

      Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
      1Gv 4,7-10
       
      Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
      In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di  lui.
      In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
      Vangelo del Giorno

      Dal Vangelo secondo Marco
      Mc 6,34-44
       
      In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
      Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci».
      E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull'erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero loro; e divise i due pesci fra tutti.
      Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
      Parole del Santo Padre

      Con questo gesto Gesù manifesta la sua potenza, non però in modo spettacolare, ma come segno della carità, della generosità di Dio Padre verso i suoi figli stanchi e bisognosi. Egli è immerso nella vita del suo popolo, ne comprende le stanchezze, ne comprende i limiti, ma non lascia che nessuno si perda o venga meno: nutre con la sua Parola e dona cibo abbondante per il sostentamento. (Angelus, 2 agosto 2020)


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Severino

        Nome: San Severino
        Titolo: Abate
        Nascita: V secolo, Sconosciuto
        Morte: V secolo, Vienna
        Ricorrenza: 8 gennaio
        Tipologia: Commemorazione
        Patrono di: San Severino Marche, Striano, Comiziano, Sellano


        Le origini di S. Severino sono oscure; egli potrebbe provenire da un'eminente famiglia del Nord Africa o da Roma (la seconda ipotesi potrebbe essere suggerita dal suo stile letterario). Il racconto che abbiamo della sua vita fu scritto dal suo discepolo Eugippio, che ce lo descrive prima come eremita nei deserti orientali e poi come evangelizzatore nelle province del Norico Ripense, sulle sponde del Danubio (le terre oggi appartenenti all'Austria). Eugippio riferisce una serie di prodigi che contribuirono a diffondere la sua fama: ad Astura (l'attuale Stockerau) profetizza agli abitanti calamità imminenti a causa della loro vita immersa nel vizio, e gli unni la radono al suolo. La città di Faviana viene invece liberata da una terribile carestia quando egli esorta una ricca cittadina alla penitenza: la donna si risolve a distribuire le sue provviste ai poveri, mentre il ghiaccio che copriva i fiumi si scioglie, consentendo la navigazione delle chiatte adibite al trasporto degli approvvigionamenti. In un altro luogo la sua preghiera allontana uno sciame di locuste che minacciava il raccolto. In molte città i fedeli cercano di farlo vescovo ma egli rifiuta, non volendo legarsi a un'unica sede, preferendo una vita di solitudine, austerità e predicazione itinerante.

        Fondò molti monasteri (tra i quali una fondazione principale sulle sponde del Danubio vicino a Vienna) pur non stabilendosi in alcuno di essi. Organizzò gli aiuti per le popolazioni del distretto, attaccate da Attila e dai suoi ,unni, guadagnandosi il rispetto dei "signori della guerra" con la sua fama di asceta e di profeta potente. Morì nel monastero alle porte di Vienna tra il 476 e il 482. I suoi discepoli, a causa di una nuova invasione barbarica avvenuta sci anni dopo la sua morte, trasferirono i suoi resti in Italia, a Luculano vicino a Napoli, dove costruirono un monastero, del quale poco dopo fu eletto abate Eugippio. Nel 910 le sue reliquie furono trasportate a Napoli, e per esse fu edificata a mo' di sacrario la grande abbazia di S. Severino. È venerato come apostolo della Baviera. È stato confuso con un altro Severino, anch'egli in passato celebrato a Napoli, dove si suppone che sia morto. Se è realmente esistito proveniva dalla Marca di Ancona e non aveva legami con Napoli. Probabilmente fu vescovo a Septempeda nel VI secolo; il nome di questa cittadina fu cambiato in S. Severino dalla confusione prodotta dal trasporto delle reliquie di Severino del Norico a Napoli.

        MARTIROLOGIO ROMANO. Nel Norico lungo il Danubio, nell’odierna Austria, san Severino, sacerdote e monaco: venuto in questo territorio dopo la morte di Attila, capo degli Unni, difese le popolazioni inermi, ammansì i violenti, convertì gli infedeli, fondò monasteri e si dedicò a quanti erano privi di istruzione religiosa.
Ave Maria MOSE' ELIA ABRAMO FRANCESCO Girolamo

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DIVINA MISERICORDIA

La Bellezza Della Fede


La grande promessa di San Giuseppe

Fra Giovanni da Fano (1469-1539), uno dei promotori della riforma che diede origine al nuovo ramo francescano dei Cappuccini, scrive di aver appreso da un frate Minore dell’Osservanza, degno di fere, come San Giuseppe, dopo aver salvato da sicura morte per naufragio due frati del detto ordine, disse loro:

” Io sono San Giuseppe, degnissimo Sposo Della beatissima Madre di Dio, al quale tanto vi siete raccomandati […] Qualunque persona dirà ogni giorno, tutto un anno, sette Padre Nostro e sette Ave Maria a riverenza dei sette dolori che io ebbi nel mondo, otterrà da Dio ogni grazia, purché sia giusta

PRIMO “DOLORE E GIOIA”

O glorioso S. Giuseppe, per il dolore e la gioia che provasti nel mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio nel grembo della Beata Vergine Maria, ottienici la grazia della confidenza in Dio. (breve pausa di meditazione) Pater, Ave, Gloria.

SECONDO “DOLOREGIOIA”

O glorioso S. Giuseppe, per il dolore che provasti nel veder nascere in tanta povertà il Bambino Gesù e per la gioia che sentisti vedendolo adorare dagli Angeli, ottienici la grazia di accostarci alla Santa Comunione con fede, umiltà e amore. (breve pausa di meditazione) Pater, Ave, Gloria.

TERZO “DOLOREGIOIA”

O glorioso S. Giuseppe, per il dolore che provasti nel circoncidere il Divino Bambino e per la gioia che sentisti nell’imporgli il nome di “Gesù”, ordinato dall’Angelo, ottienici la grazia di togliere dal cuore tutto ciò che dispiace a Dio. (breve pausa di meditazione) Pater, Ave, Gloria.

QUARTO “DOLOREGIOIA”

O glorioso S. Giuseppe, per il dolore e la gioia che provasti nell’udire la profezia del santo vecchio Simeone, che annunciava da una parte la perdizione e dall’altra la salvezza di tante anime, a seconda del loro atteggiamento nei riguardi di Gesù, che stringeva Bambino fra le sua braccia, ottienici la grazia di meditare con amore le pene di Gesù e i dolori di Maria. (breve pausa di meditazione) Pater, Ave, Gloria.

QUINTO “DOLOREGIOIA”

O glorioso S. Giuseppe, per il dolore che provasti nella fuga in Egitto e per la gioia che sentisti avendo sempre con te lo stesso Dio insieme alla sua Madre, ottienici la grazia di compiere con fedeltà e amore tutti i nostri doveri. (breve pausa di meditazione) Pater, Ave, Gloria.

SESTO “DOLOREGIOIA”

O glorioso S. Giuseppe, per il dolore che provasti nell’udire che regnavano ancora, nella terra di Giudea, i persecutori del Bambino Gesù e per la gioia che sentisti nel far ritorno nella tua casa di Nazareth, in terra più sicura di Galilea, ottienici la grazia dell’uniformità ai voleri di Dio. (breve pausa di meditazione) Pater, Ave, Gloria.

SETTIMO “DOLOREGIOIA”

O glorioso S. Giuseppe, per il dolore che provasti nello smarrimento del fanciullo Gesù e per la gioia che sentisti nel ritrovarlo, ottienici la grazia di condurre una buona vita e di fare una santa morte. (breve pausa di meditazione) Pater, Ave, Gloria.

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